Mons. Settimio Arturo Ferrazzetta, francescano, 1° Vescovo e Primate della Guinea Bissau, nasce in Italia, a Selva di Progno (Verona), l’8 dicembre 1924. Entra giovanissimo nei frati minori e viene ordinato sacerdote il 1° luglio 1951. Nel ‘55 si reca come missionario in Guinea, dove, assieme ad alcuni confratelli inizia la costruzione delle prime opere della Chiesa cattolica. Prima fra tutte il lebbrosario di Cumura, al quale seguono molte altre opere in campo sanitario e scolastico.
Nel ‘77 viene ordinato Vescovo della unica diocesi di Guinea Bissau. Coinvolge nel suo lavoro missionario molti istituti religiosi e molti laici. Continua instancabile la sua attività di promozione umana, sociale e religiosa, opera in modo mirabile: ammirato, rispettato e stimato, non solo dalle popolazioni cristiane ma anche dagli animisti e dai mussulmani. Costruisce, facendosi lui stesso muratore, lebbrosari, ambulatori, farmacie, laboratori, reparti materno-infantili, asili e scuole di ogni genere, officine e quant’altro possa permettere la promozione della dignità di un intero popolo, indipendentemente dal credo religioso, dalla etnia e dalla situazione sociale ed economica. Nel ‘98, allo scoppio della guerra diventa l’uomo della mediazione, nella continua ricerca del dialogo fra le parti in lotta, affrontando innumerevoli sacrifici purché la speranza di pace si trasformi in certezza.
Muore, senza vedere la fine della guerra, dopo 42 anni di eroica vita missionaria, vissuta con dedizione fra i lebbrosi, i poveri, i bambini e fra tutti i più emarginati di quella poverissima terra, della povera Africa, il 27 gennaio del 1999 in Guinea Bissau, alla vigilia della giornata dei malati di lebbra per i quali si era recato in missione. La sua tomba si trova nella cattedrale di Bissau.
Negli ultimi anni della sua vita ha un sogno: costruire, con i guineani, nel quartiere più povero della capitale Bissau, un centro Medico-Diagnostico per salvare la vita di tanti e tanti bambini, di tante e tante mamme! Ma “sorella morte” ce lo ha portato via troppo presto! Davanti a noi la testimonianza che dal cielo Dom Settimio continua a fare la sua parte.
Fu definito: “Uomo buono e grande pastore tra gli ultimi, capace di sposare l’evangelizzazione alla promozione umana del popolo guineano, per contribuire alla edificazione dell’Uomo Nuovo.”