Nelle celebrazioni del 150 dell’Unit d’Italia si sono giustamente ricordati i milioni di migranti italiani, come non ricordare i missionari che continuano ancor oggi a dare la vita per i popoli di cui sono diventati fratelli e sorelle, fino a essere ricordati come “padri della patria” in terre lontane?.

Nelle celebrazioni del 150 dell’Unit d’Italia si sono giustamente ricordati i milioni di migranti italiani, come non ricordare i missionari che continuano ancor oggi a dare la vita per i popoli di cui sono diventati fratelli e sorelle, fino a essere ricordati come “padri della patria” in terre lontane?

Un esempio su migliaia di altri, ignorati in patria ma ricordati e ancora celebrati nei loro Paesi di adozione. Il vescovo di Bissau, il francescano veronese, monsignor Settimio Ferrazzetta (1924-1999), pregato come autentico “padre della patria” in Guinea Bissau. Durante la guerra civile del 1998 era ammalato di cuore in Italia, ma capiva che poteva ancora influire sui due protagonisti della guerra, il presidente Nino e il capo delle forze armate Ansumane Man. Nonostante il parere contrario dei medici, il vescovo Settimio tornato in Guinea Bissau ed riuscito ad incontrare i due contendenti attraversando anche un fiume in secca, con la melma che gli arrivava al ginocchio, sostenuto da due giovanotti neri. Una grande fatica che il suo cuore non ha pi sopportato ed morto in Guinea dopo aver riportato la pace nel Paese. Ha dato davvero la vita per il popolo guineano. Il presidente Nino ha poi consegnato una medaglia doro al fratello del vescovo Settimio, nominato “padre della patria”.

(da un testo di : Piero Gheddo)

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